Sviluppo e post-produzione in stile pellicola.
Un’opzione sicuramente interessante, tra quelle che propongo nei miei servizi fotografici, è la possibilità di post-produrre la selezione delle foto del servizio ricalcando il comportamento cromatico e tonale delle pellicole che hanno fatto la storia della fotografia, alcune delle quali ancora attuali.
La lavorazione dei file sulla base di questi modelli, ovviamente scelti e applicati in modo funzionalmente congruo alla situazione descritta e mantenendo lineare la grammatica del reportage, senza strappi stilistici, per una narrazione piacevole e dal timbro sempre riconoscibile, è sicuramente un valore aggiunto, perché è di fatto un omaggio all’arte fotografica come ha attraversato la storia. Difficilmente infatti stancherà, nel corso degli anni, il vedere le proprie foto sviluppate sulla base di pellicole che ancora oggi riteniamo insuperabili e, per certi versi, quindi, immortali.
Nell’articolo “La post-produzione delle foto del matrimonio” si parla estensivamente dell’argomento e ne raccomando la lettura a tutti gli aspiranti sposi.
Qui di seguito potete vedere alcuni esempi di foto lavorate con una post-produzione “film-style“, ovviamente utilizzando un modello di pellicola adeguato a valorizzare la situazione e il tipo di scatto (dall’incarnato alla vegetazione, passando per le notturne).
Credo che stiamo assistendo a un momento di transizione nella fotografia di matrimonio.
Quasi tutto il fotografabile è stato fotografato in ogni modo possibile. L’innovazione richiede uno sforzo immenso per venire alla luce e le foto di matrimonio faticano tremendamente per saltare fuori dal mucchio dei cliché ricorrenti.
Un award dovrebbe premiare competenze particolari, la dimostrazione di una tecnica, un gusto, una sensibilità e una consapevolezza che si discostano dal consueto, da quello che è, ovvero, essere semplicemente dei bravi professionisti.
Tra aprile e maggio del 2016, in quelli che furono gli ultimi mesi di vita di Fidel Castro, mi sono recato nell’isola caraibica tanto cara alla cultura occidentale. Quella cultura che ha sempre dipinto questa terra, ai miei occhi, come mitica, colorata, spensierata, passionale e musicale. Nei trenta giorni in cui ho camminato in lungo e in largo, da Nord a Sud attraverso tutta l’isola di Cuba, ho scoperto un luogo povero, profondamente ferito, creativo e dinamico, sì, ma per necessità. Un luogo in cui musica, colore, alcol, balli e sorrisi sono la forma dell’evasione da una condizione sociale, economica e psicologica terribilmente mortificante. Ho parlato con uomini e donne del posto, nella loro lingua, attraversando quel velo luccicante e patinato della Cuba raccontata all’occidente dalle agenzie di viaggi. Ho scattato scene di vita ordinaria, vera, spontanee, autentiche e senza filtri come le persone che ho incontrato. [...]
Il kitsch nella fotografia di matrimonio: quando osare e quando evitare?
Dettagli poco eleganti, facce imbruttite, gesti sgarbati.
Istantanee che, anziché valorizzare il soggetto, lo ridicolizzano. A volte gratuitamente.
C’è una “new school”, nella fotografia di matrimonio, che fa il verso a Martin Parr… senza, purtroppo, di Martin Parr aver capito nulla. Già, perché quando Parr viene etichettato come il “fotografo del kitsch”, se ne fa una lettura estremamente superficiale. Si prende lo stile (quando si riesce) e si lascia la sostanza: quella profonda indagine sulla società che soltanto il suo genio poteva mettere in atto e che pochi fortunati illuminati, all’epoca (parliamo degli anni ’80), hanno saputo valorizzare, addirittura ben fuori dal suo paese d’origine, determinandone il successo e una carriera strepitosa. [...]
Una storia del fotogiornalismo di matrimonio.
Mescolare generi fotografici tanto differenti: si può?
Presto o tardi, nella vostra vita, sentirete parlare di street photography.
Senza dilungarci troppo, proviamo, per chi non conoscesse il genere o ne avesse un'idea confusa, a elencarne alcuni tratti caratteristici. Quelli che, almeno secondo la scuola di pensiero contemporanea, caratterizzano la "buona" street: quella dei festival dedicati, quella che vince concorsi e viene esposta, quella che richiama alla mente la storia della fotografia scattata per strada sin dai primi decenni del secolo scorso. Compito arduo a parole... sicuramente ci aiuterà qualche esempio illustre. [...]
Verso una post-produzione artistica intelligente: la simulazione scientifica delle pellicole.
Per quanto il digitale abbia portato indubbi benefici al mondo della fotografia, in termini di possibilità operative, realismo, fedeltà cromatica, etc., spesso una post produzione esattamente corrispondente al reale, per quanto sia impegnativa da eseguire (perché la gestione del colore è una scienza – esatta – che non tutti i fotografi conoscono e padroneggiano), non è propriamente il risultato che vogliamo, o che voi clienti volete. Potrebbe essere un risultato che, ferma restando la bontà del contenuto, il momento catturato, le indiscutibili emozioni raccontate, abbia delle connotazioni estetiche troppo neutre, asettiche, di una fruibilità artistica troppo limitata.
RAW, JPEG, alta risoluzione, bianco e nero, effetti vintage?
Tutto quello che dovete sapere sui file che vi vengono consegnati.
La post produzione (o post-produzione, col trattino), detta anche sviluppo delle immagini digitali, è un tema delicato nel nostro lavoro. Gli sposi, magari quelli più profani in merito alla fotografia (in particolare quella digitale), potrebbero trovarsi in situazioni tra il confuso, l’insoddisfatto e l’entusiasta, a seconda di come il fotografo andrà a sviluppare le foto che ha fatto, indipendentemente dalla bellezza degli scatti di partenza. Parliamo di post-produzione delle foto del matrimonio. [...]
Un’opzione sicuramente interessante, tra quelle che propongo nei miei servizi fotografici, è la possibilità di post-produrre la selezione delle foto del servizio ricalcando il comportamento cromatico e tonale delle pellicole che hanno fatto la storia della fotografia, alcune delle quali ancora attuali. [...]
Nello scattare il minimalismo, così come il pittorialismo, è richiesta la ricerca della perfezione.
Il colore ha il potere di valorizzare o penalizzare la leggibilità di una fotografia. A volte ne sposta l’attenzione dal contenuto all’estetica.
La scelta non è assolutamente da sottovalutare né da compiere a cuor leggero. Dovete essere convinti della vostra scelta e saperla giustificare.
Amo premiare la fotografia del vero: quella fotografia che racconta una storia. E’ una fotografia in cui la luce e il colore hanno un loro posto e un loro compito narrativo.